#Forbidden men

Nella Chiesa cattolica romana l’amore tra un prete e una donna è severamente vietato, soprattutto in Italia, patria del Vaticano dove, tra gli ecclesiastici, vige la regola della castità.

Non sempre, però, la promessa del celibato viene rispettata e spesso nascono amori proibiti e relazioni clandestine.

Di fronte al bivio “o la donna, o il sacerdozio” alcuni preti scelgono l’amore per la propria compagna, riconoscendole un ruolo fondamentale nella loro vita; altri non si sentono pronti a rinunciare alla vocazione e, pur di continuare a esercitare il ministero sacerdotale, sono disposti a vivere in segreto la propria sessualità e le relazioni sentimentali.

 

Uomini proibiti (Forbiddenmen) è un film documentario che racconta la storia di alcuni preti sposati, che rinunciano ai propri privilegi sacerdotali, per crearsi una famiglia.

 

Uomini proibiti (Forbiddenmen) è anche la storia di tutte quelle donne che si innamorano di un prete non ancora pronto a rinunciare al ruolo ecclesiastico e con il quale iniziano un percorso di vita fatto di privazioni, silenzio, segretezza.

 

Le storie raccontate sono d’amore, di un bene irripetibile e introvabile... sublime oltre che terreno.. ma anche di lancinante sofferenza, stremante insicurezza, vana inconcludenza.

Il documentario entrerà nell’intimo di queste storie vissute all’ombra del Vaticano, che si è sempre opposto duramente alle richieste di abolizione dell’obbligo celibatario fino all’arrivo di Papa Francesco, che ha lasciato intendere una possibile apertura della Chiesa in merito a questa materia, anche se tutt’oggi nulla è cambiato dal Concilio Vaticano II.

 

Proprio per questo in tutto il mondo (Brasile, Canada, Germania, Francia, Austria, Gran Bretagna) sono nate associazioni di preti sposati, di donne dei preti e di recente anche dei figli dei preti, che si stanno mobilitando in materia di diritti umani rivolgendosi non solo al Vaticano, ma anche alle Nazioni Unite (ONU) per ottenere la libertà e il diritto di sposarsi, di farsi una famiglia, di avere dei figli e di “lavorare” esercitando il loro ruolo di preti, vescovi e suore.

 

I protagonisti di Uomini Proibiti  (Forbiddenmen) sono a stretto contatto con queste associazioni e sostengono il movimento internazionale di riforma e libertà, un movimento che non ha solo membri appartenenti al mondo ecclesiastico, ma anche persone laiche o che frequentano le parrocchie come semplici fedeli.

# Note di regia

“Alcuni anni fa, seduta su una panchina di un parco, incrociai lo sguardo di un giovane e bellissimo frate. Prima di quel momento non avevo mai pensato a un prete come a un “semplice uomo”, con emozioni e sentimenti… Lo avevo sempre visto come un funzionario di Dio”.

 

“Iniziai a domandarmi come fosse possibile separare, per tutta un’esistenza, la passione dalla fede”.

 

“Credo che il potere spirituale entri inconsapevolmente nelle camere da letto di molte coppie condizionando la spontaneità dei singoli gesti”.

 

 

 

 

 

“Un giorno mi sono imbattuta in dei dipinti e opere d’arte a tema religioso, ma che rappresentavano scene erotiche e che mettevano in mostra i dettagli di genitali maschili... La stranezza del fenomeno mi colpì, rimanendo nel fondo del mio intelletto in modo attivo: iniziai a pensare a tutte le mie amiche provenienti da famiglie cattoliche che avevano problemi con la sessualità. A quel punto i due fatti (le rivelazioni delle mie amiche e le scoperte fatte in ambito storico artistico) s’incontrarono dentro di me e compresi il radicale rifiuto che molti si portano dentro da sempre per una mentalità che non accetta il piacere, che lo rifugge temendolo, privilegiando il sacrificio e considerando la carnalità come qualcosa di deteriore”.

# Perchè ora

È importante e necessario realizzare Uomini Proibiti oggi, poiché questo è un periodo caldo e di grandi cambiamenti all’interno della Chiesa cattolica romana.

La proclamazione di Papa Francesco lascia intendere una maggiore apertura e volontà a superare alcuni limiti della tradizione cattolica anche in merito al celibato.

Riuscire a raccontare questo periodo storico della Chiesa, documentare i passaggi decisivi delle scelte sul celibato, sulla famiglia, sui figli illegittimi dei preti e sulle loro donne segrete, costrette a vivere fuori da qualsiasi logica della scala sociale, è di grande valore, non solo per l’originalità del soggetto e della storia mai raccontata prima d’ora in nessun altro documentario, ma anche per l’inedito punto di vista dei personaggi, oltre che per l’attualità del tema e l’universalità dei valori etici che emergeranno.

 

 

 

 

Il film sarà costruito non solo seguendo le tappe della cultura dominante, ma anche dando voce a quelle sottoculture che solitamente non hanno modo di scrivere la Storia, pur essendo “attori” importanti della società: le donne segrete, i preti sposati, i figli non riconosciuti offrono un valore umano e tangibile agli insegnamenti dottrinali che dal Vaticano entrano inesorabilmente nelle case di ognuno di noi.

 

# Originalità del film

Quando si parla di Chiesa e di sessualità, si finisce sempre per discutere di temi importanti come i matrimoni gay, la pedofilia e i contraccettivi. Ma nessuno si è mai domandato quale sia veramente l’universo sentimentale dei maestri di vita e di spiritualità e a quali conseguenze psicologiche e relazionali il celibato può portare.

Uomini proibiti è il primo documentario creativo sul celibato ecclesiastico, che sarà realizzato da una autrice donna nata e cresciuta in Italia (paese altamente influenzato dal Vaticano), che propone un’indagine internazionale, per offrire anche uno sguardo diverso, proveniente da Paesi lontani da Roma e con una maggiore autonomia nella gestione delle regole cattoliche.

 

 

 

 

 

 

 

Mettendo a confronto diversi punti di vista (di chi vive in Italia e di chi invece esercita il vescovato lontano dallo Stato della Città del Vaticano: Francia, Germania, Olanda, Austria etc.) si riuscirà ad avere un’idea più eterogenea sul mondo ecclesiastico e il suo rapporto con l’amore terreno, la sessualità e la famiglia.

Si sono, infatti, riscontrati atteggiamenti più accondiscendenti tra i vertici delle chiese con sede nei paesi europei, rispetto invece alla severità della Curia italiana.

Proprio per questo è di fondamentale importanza poter avere un confronto europeo.

 

# Credits

ANGELITA FIORE regia

Angelita Fiore, dopo la laurea in cinema, consegue il titolo di dottore di ricerca in Studi Teatrali e Cinematografici presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo di Bologna. Lavora come documentarista e critico cinematografico, i suoi saggi sono pubblicati in libri sul cinema e in riviste specializzate. Nel 2008 cura lo speciale di “Cinergie” sulla distribuzione del cinema documentario italiano e da vari anni collabora con alcuni Festival italiani del documentario come selezionatrice o in giuria. Tra i suoi lavori recenti si ricordano Life in Art Art in Life, Mutatis Mutandis, Il nodo di Sylvie e Not 1 reason.

MAXMAN produzione

Maxman Coop nasce nel gennaio del 1993 dall’unione di alcuni liberi professionisti operanti nel settore cinematografico. Dal 1998 la cooperativa opera come service e cura la produzione esecutiva per diverse e importanti case di produzione nazionali, integrando l'attività di produzione e post-produzione di lungometraggi, cortometraggi, documentari. Nel 2012 riceve il Premio Nazionale di Letteratura e Impegno Civile Paolo Volponi: Premio “Cultura e impresa”, come esempio virtuoso di grande capacità artistiche e professionali nel campo del cinema italiano, nella produzione di lungometraggi, documentari, pubblicità e videoclip, di riconosciuta fama nazionale…”. Tra i suoi lavori recenti si ricordano La Neve nera - Luigi Di Ruscio a Oslo, un italiano all'inferno, di Paolo Marzoni e Angelo Ferracuti, (63') 2014, Altrimenti io parlo, di Cristian Cappucci, (117') 2014, Anna bello sguardo, di Vito Palmieri in memoria di Lucio Dalla, (15’) 2013, Matilde, di Vito Palmieri, (10’) 2012, selezionato al Generation  Berlinale 2013.

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